Destagionalizzazione dell’attività riproduttiva
Proprio per il fatto che la capra, alla nostra latitudine, va in calore soltanto in un determinato periodo e una volta all’anno, non è possibile assicurare la presenza dei prodotti caprini sul mercato in modo continuativo.
Questo avviene anche negli allevamenti di tipo intensivo che utilizzano razze caprine altamente selezionate per la produzione di latte (Saanen e Camosciata delle Alpi) che, pur avendo una lattazione piuttosto lunga, durante il periodo di asciutta invernale interrompono la produzione stessa fino al parto successivo.
Questo ha come conseguenza la disaffezione da parte del consumatore verso i formaggi caprini freschi e l’interruzione dei contratti di fornitura dei prodotti.
Gli allevatori hanno quindi sempre cercato di attuare metodi per destagionalizzare i parti, in modo da rendere più continuativa l’offerta di carne e formaggio.
Fino a poco tempo fa si utilizzavano più che altro due metodi per indurre il calore nelle capre: l’EFFETTO MASCHIO e il TRATTAMENTO CON ORMONI PROGESTINICI.
L’effetto maschio, associato al reciproco effetto femmina, è poco efficiente durante il fotoperiodo crescente e deve comunque essere applicato in sinergia con un piano alimentare adeguato (ad es., somministrazione di avena).
Il trattamento con ormoni progestinici prevede buoni risultati se associato all’effetto maschio, anche se comporta l’intervento del veterinario, presenta un’alta percentuale di parti gemellari o trigemini, prevede dei tempi lunghi di sospensione per il latte ed è abbastanza costoso.
Nell’aprile del 2006 è stato emesso da parte del Ministero della Salute un Decreto (n. 33 del 10 aprile 2006) che autorizza l’immissione in commercio della specialità medicinale per uso veterinario “Melovine”.
Questo farmaco è a base di MELATONINA, un ormone normalmente prodotto dall’animale durante il fotoperiodo decrescente, che stimola il complesso ipotalamo-ipofisario con liberazione di gonadotropine che inducono l’ovulazione.
La somministrazione di questo farmaco avviene tramite impianto sottocutaneo alla base dell’orecchio; questo impianto libera progressivamente melatonina durante i 3-4 mesi successivi, allo stesso modo di ciò che avviene normalmente nelle capre durante l’estate.
Viene quindi effettuato l’impianto sottocutaneo nelle femmine, precedentemente separate dai becchi, e anche nei becchi, con una settimana di anticipo rispetto alle capre. Dopo circa 40 giorni (minimo 30, massimo 50 giorni) vengono introdotti i maschi nel gregge e le femmine raggiungono il massimo dell’attività sessuale entro 25-35 giorni da questa data. Non si hanno controindicazioni né effetti secondari all’utilizzo di questo farmaco, che si sta rivelando molto efficace nel destagionalizzare i parti.
Un metodo che si usa in molte aziende per coprire la richiesta di latte su 12 mesi è quello di organizzare la stalla con due gruppi di monta: il primo, con circa il 60-65% delle capre, viene messo in contatto con il becco in agosto, il secondo, costituito di solito dalle caprette da rimonta, dalle capre adulte non inserite nel primo gruppo e dalle capre vuote alla prima diagnosi di gravidanza, viene messa al becco in ottobre.
In questo modo si hanno due turni di parti e l’asciutta dei due gruppi risulta sfalsata di 2-3 mesi, cosicché, quando vanno in asciutta le capre del secondo gruppo, quelle del primo hanno già partorito e hanno già cominciato a produrre latte.