Fabbisogni alimentari delle capre da latte
Le capre allevate per la produzione di latte presentano fabbisogni alimentari ben precisi in funzione delle diverse fasi della vita e del ciclo riproduttivo. Maggiore è il livello produttivo, maggiori sono anche i fabbisogni energetici e nutrizionali e, di conseguenza, più alti saranno anche i costi di allevamento.
Per questo motivo è necessario conoscere in modo approfondito le esigenze nutrizionali degli animali allevati, allo scopo di formulare diete che possano soddisfare tali esigenze e che possano aiutare a prevenire determinate patologie, quali malattie metaboliche o carenze.
FABBISOGNI ENERGETICI DELLE CAPRE ADULTE
L’alimentazione delle capre adulte varia con il ciclo riproduttivo, dalla messa in asciutta alla fine della lattazione successiva.
Asciutta e gravidanza
L’alimentazione durante questa fase deve essere tale da mantenere la capra in una condizione corporea ottimale, evitando un eccessivo ingrassamento che può creare problemi al parto.
Per far questo, bisogna tener presente che:
fino al terzo mese di gestazione, il fabbisogno alimentare della capra è come quello del mantenimento;
a partire dal quarto mese di gestazione, i fabbisogni aumentano in modo esponenziale fino al parto;
al termine della gestazione il livello di ingestione tende a diminuire per la riduzione di volume del rumine dovuta alla crescita del/i feto/i.
Come unità di misura del fabbisogno energetico si adotta la UFL, unità foraggera latte; essa corrisponde alla quantità di energia netta per la produzione di latte (ENL) contenuta in 1 Kg di orzo di riferimento (1 UFL = 1700 Kcal di ENL).
Il fabbisogno in condizioni di mantenimento, da mantenere durante i primi tre mesi di gestazione, prevede una concentrazione energetica della razione di 0,65 UFL/Kg SSI (sostanza secca ingerita).
A partire dal quarto mese di gestazione, è necessario raggiungere 0,75 UFL/Kg SSI, fino ad arrivare a 0,85 UFL/Kg SSI al quinto mese.
Per raggiungere questi valori, è bene:
non eccedere con il concentrato, ma utilizzare foraggi di elevata qualità e appetibilità, in modo da massimizzare l’ingestione;
mantenere il volume del rumine elevato, per evitare un calo di ingestione a inizio lattazione;
non far ingrassare le capre durante la gestazione, per prevenire la tossiemia gravidica (vedi in “Patologie”).
Lattazione
Durante la lattazione, il periodo più critico è quello dal parto al picco di lattazione, poiché il livello di ingestione si riduce portando ad un bilancio energetico negativo. Questo è compensato con la mobilizzazione del grasso di riserva, che se troppo intensa porta a chetosi (vedi in “Patologie”). È bene quindi evitare, in gravidanza, da un lato un eccessivo utilizzo di concentrati, che riducono la mobilità e il volume ruminale, causando diminuzione di ingestione, e dall’altro indurre nella capra gravida uno stato di iponutrizione, che causa eccessiva lipomobilizzazione.
Nel caso di capre ad alta produzione, è necessario somministrare, dopo 3-4 settimane dal parto, una razione con un livello energetico di 1-1,05 UFL/Kg SSI. È consigliabile raggiungere questo valore gradualmente, per non provocare dismetabolie (vedi in “Patologie”), e ancora non eccedere con i concentrati.
Dal 2°-3° mese di lattazione, la capacità di ingestione aumenta e la produzione di latte diminuisce. In questo periodo cessa la lipomobilizzazione e comincia il deposito di grasso; è necessario quindi ridurre il contenuto energetico della razione per evitare ingrassamento delle capre, diminuendo la quantità di concentrati nella dieta.
ALIMENTAZIONE DELLE CAPRETTE DA RIMONTA
L’obiettivo è quello di preparare le caprette in modo che verso i 7-8 mesi possano affrontare la gravidanza in maniera ottimale, almeno negli allevamenti di tipo intensivo. Per far questo è necessario che, al momento del primo salto, raggiungano un peso corporeo pari al 60% del peso vivo adulto e, al momento del parto, un peso pari al 75% del peso vivo adulto.
Per far questo è necessario curare molto bene l’alimentazione nelle tre fasi di crescita delle caprette.
Alimentazione lattea
Questa fase ha durata variabile, da 4 settimane a 6 mesi, e l’allattamento può essere naturale o artificiale. Negli allevamenti estensivi o in quelli da carne prevale l’allattamento naturale e di lunga durata, mentre in quelli intensivi da latte prevale l’allattamento artificiale di breve durata.
È però sempre fondamentale che il capretto appena nato assuma, entro le prime ore di vita, il colostro, ricco di immunoglobuline che lo proteggono da infezioni di batteri e virus. Se il colostro non è assunto direttamente dalla madre, per evitare contagio da CAEV (vedi in “Patologie”) o perché la madre è morta, bisogna somministrare circa 100 ml di colostro/Kg di peso vivo per 2-3 pasti giornalieri. In questi casi il colostro sarà congelato, se proveniente da animali sani, o di vacca.
opo due giorni di somministrazione di colostro, si passa al latte intero di capra o di vacca o a latte in polvere ricostituito, fino almeno alla quarta-quinta settimana.
Se si impiega latte in polvere ricostituito, questo deve essere di buona qualità, con un tenore in grasso tra il 15 e il 25% e in proteine tra il 20 e il 25% sul secco; non deve avere eccesso di lattosio per non indurre diarrea.
Un’alternativa al latte in polvere è il latte acido, che ha il vantaggio di ridurre i disturbi digestivi.
Ecco una tabella di confronto tra latte in polvere spray e latte acido.
I sistemi di somministrazione sono principalmente tre: con allattatrice (lupa), con secchio multi-biberon o con canaletta.
Con l’allattatrice si ha 1 tettarella ogni 15 caprette ed è conveniente in allevamenti con più di 70 caprette; il latte è disponibile durante tutto il giorno e l’ingestione è maggiore, anche se non è possibile controllare l’assunzione di latte dei singoli capretti.
Il sistema a secchio prevede 1 tettarella a capretta e la somministrazione avviene tre volte al giorno, ma l’ingestione di latte è inferiore rispetto ai sistemi automatici e la richiesta di manodopera maggiore.
Con il sistema a canaletta ogni capretta ha a disposizione 25-30 cm di canaletta entro cui si trova il latte.
Svezzamento
La tecnica di svezzamento varia a seconda del tipo di allevamento. In quello estensivo o semi-estensivo, dove le caprette crescono sotto le madri, lo svezzamento avviene nell’arco di 2-6 mesi in modo graduale. In quello intensivo, invece, avviene o in modo progressivo o con passaggio netto da latte ad alimento solido.
Lo svezzamento dovrebbe cominciare quando il capretto ha raggiunto un peso pari a 2,5 volte quello della nascita.
Sicuramente lo svezzamento graduale rende più facile il cambio di dieta.
I concentrati specifici per svezzamento e accrescimento devono avere un contenuto proteico elevato (18-20% per svezzamento e 16-18% per accrescimento); è consigliabile somministrare il concentrato inizialmente in più pasti ed in piccole dosi per suscitare la curiosità delle caprette e favorire l’ingestione. Per regolare il tenore proteico è possibile aggiungere cereali, es. 60% concentrato al 18% proteina + 40% cereale = concentrato al 16% proteina.
È importante che le caprette abbiano sempre a disposizione acqua fresca e pulita e facilmente accessibile.
I foraggi devono essere di ottima qualità e a disposizione già dalla 3° settimana, per favorire lo sviluppo del rumine.
Il pascolo rappresenta un’ottima risorsa per l’allevamento delle caprette da rimonta, ma è necessario osservare alcune precauzioni:
non far pascolare le caprette su parcelle già pascolate da ovi-caprini, per evitare il rischio di parassitosi;
il pascolo deve avere essenze appetibili e tagliate da poche settimane o pascolate in precedenza da bovini o equini (altezza del cotico erboso 7-12 cm);
l’uscita al pascolo deve avvenire intorno ai 4-5 mesi per animali svezzati a 2 mesi;
il tempo dedicato al pascolamento deve essere graduale e progressivo nell’arco di 2 settimane, per non creare squilibri alimentari.
FABBISOGNI ENERGETICI DEI BECCHI
Durante il mantenimento, i fabbisogni dei becchi sono analoghi a quelle delle capre adulte, con una richiesta energetica superiore del 10%.
Durante la stagione di monta, invece, i fabbisogni crescono del 15% circa. A partire da 6 settimane prima delle monte e per tutta la loro durata, bisogna integrare con concentrati ricchi in cereali (300-600 g/giorno a seconda del peso del becco). Il contenuto in fosforo della razione deve però essere limitato, per non provocare litiasi urinaria, con disturbi all’attività sessuale.
Tratto in parte da Zootecnia speciale, di Giuseppe Succi, 1995, Città Studi Edizioni.