Azienda Agricola Acquistapace e De Gianni (SO)
Normalmente siamo abituati ad entrare nelle nostre stalle e vedere in corsia di alimentazione del fieno ma non è così nelle aziende che vogliamo raccontarvi oggi.
Per spiegarvi la tecnica di alimentazione dell’UNIFEED, usata molto in Nord Europa ma molto meno in Italia, abbiamo deciso di far visita all’Azienda Agricola Roberto De Gianni di Traona e all’Azienda Agricola Simone Acquistapace di Piantedo, situate entrambe nella bassa Valtellina (SO), che da parecchi anni hanno intrapreso questa strada.
Per conoscere a fondo una realtà aziendale, non è necessario capire solo la gestione alimentare ma anche approfondire la gestione riproduttiva e produttiva dell’allevamento.
Roberto, nonostante tu sia molto giovane la tua azienda si può definire ormai storica!
“Ho avviato la mia attività nel 2013, appena terminati gli studi all’Istituto Tecnico Agrario di Sondrio prendendo in affitto questa struttura che poi con gli anni ho deciso di acquistare. La passione per gli animali, in particolare per le capre ce l’ho avuta fin da piccolo ed è cresciuta lavorando durante il periodo estivo in vari allevamenti della zona. Ad oggi mungo 180 capre di razza Camosciata e 25 vacche di razza Bruna, consegnando tutto il latte alla Latteria Sociale Valtellina”
Per valorizzare al massimo la produzione di latte, che durante il periodo invernale viene pagato di più dai caseifici, Roberto ha deciso di destagionalizzare tutte le sue capre portando così il periodo dei parti a fine estate e riuscendo ad avere il picco di lattazione proprio nei mesi freddi, dove normalmente la maggior parte delle altre capre si trova in asciutta.
Roberto, avendo un solo gruppo quando asciughi i tuoi animali consegni comunque poco latte, è corretto?
“In parte è vero, nei mesi estivi prima dei parti la produzione di lattea cala drasticamente ma riesco a mantenere le entrate in positivo mungendo le vacche e una quindicina di capre sulle quali ho deciso di provare a fare la lattazione lunga. Per me mantenere il periodo dell’asciutta è fondamentale perché riesco a dare le ferie al dipendente e a gestire con più tranquillità la parte di campagna”
Passando agli aspetti alimentari vuoi descriverci che razione dai alle tue capre?
“Già da qualche anno, io alimento le mie capre con la tecnica dell’unifeed o miscelata. Per chi non sapesse cosa vuol dire significa mischiare tutti gli alimenti (foraggi e concentrati) in un carro che grazie a delle coclee e coltelli mischia gli alimenti e accorcia la fibra. Alle mie capre ho sempre dato la seguente razione: 1kg di erba medica, 0.3 kg di fieno di prato stabile, 0.3 kg di soia fioccata, 1 kg di una miscela formata dal 60% di mais farina – 20% orzo fioccato – 20 mais fioccato, 30 gr di melasso e inumidito il tutto con 1.2 kg di acqua pochi minuti prima della distribuzione. Ad oggi a causa dell’aumento dei prezzi ho dovuto modificare un po’ la razione diminuendo l’erba medica e sostituendo la soia con del nucleo al 35% di proteina ed eliminare il melasso. Durante la fase d’asciutta la miscelata viene sospesa lasciando solo a disposizione paglia e fieno per poi riprenderla a inizio lattazione.”
Roberto si è detto estremamente soddisfatto della scelta alimentare, ritenendo che rispetto all’alimentazione tradizionale le sue capre riescono ad ingerire una maggior quantità di sostanza secca, non hanno grandi fluttuazioni del pH ruminale assicurandosi così un elevato grado di benessere animale.
A livello sanitario in azienda si sta intraprendendo un’importante percorso per certificare l’indennità CAEV attraverso prelievi di sangue periodici e si sta cercando di eliminare la paraTBC isolando gli animali risultati positivi e non allevando la loro rimonta.
Roberto obiettivi futuri?
“Vorrei arrivare a mungere 250 capre, cercando di sfruttare al massimo gli alimenti autoprodotti per slegarmi il più possibile dal mercato. Per questo sto valutando la possibilità di introdurre il trinciato di mais in razione. Vedremo…per adesso superiamo questo momento economico molto complicato!”
Come diciamo spesso ogni stalla è una realtà a sé e infatti, parlando con Simone Acquistapace, vedremo come nonostante la tecnica di alimentazione sia sempre quella dell’unifeed, la razione sia completamente diversa!
Simone vuoi raccontarci la tua storia?
“Arrivo da una famiglia che da generazioni allevava bovini, per varie vicissitudini e dopo alcuni viaggi alla scoperta delle stalle estere, ho deciso di costruire nel 2002 la mia azienda partendo con 200 capre Saanen comprate in Francia. Ad oggi mungo 280 capre suddivise in due gruppi (in stagione e fuori stagione) con circa 1/3 di capre tenute in lattazione lunga e come Roberto, consegno tutto il latte alla Latteria Sociale Valtellina.”
Come Roberto anche Simone, alimenta i suoi animali con la tecnica dell’unifeed.
“Per oltre 10 anni, prima di acquistare il carro miscelatore, compravo la miscelata già fatta e la distribuivo ai miei animali; mi sono sempre trovato bene ma avevo la voglia e la necessità di cambiare un pochino la mia razione. Ad oggi la mia razione classica è così composta: 0.4 kg di nucleo al 30% di proteina, 1.2 kg di fasciato di erba medica, 0,5 kg di pellettato (mais, orzo, frumento e soia in varie percentuali) oltre a 0.4 kg di mangime in sala di mungitura e a 0.5L di acqua per rendere umida la razione nel periodo invernale. Alle capre fresche, in aggiunta alla miscelata distribuisco una volta al giorno circa 0.2 kg di mangime al 18% di proteina. Lascio sempre a disposizione del fieno secco a fibra lunga nei portaballoni”
Spesso si sente dire che il fasciato di erba medica alle capre crea problemi, cosa ne pensi vista la tua esperienza?
“Io non sono un tecnico alimentarista ma posso dire che nel mio caso le capre non hanno mai avuto grossi problemi di clostridi, diarree o mastiti. La cosa che conta è che la razione in generale sia equilibrata e che i fornitori di concentrati o foraggi siano seri e lavorino bene. Non ho esperienza e nemmeno conoscenza di aziende che somministrano il fasciato di erba medica puro in corsia di alimentazione senza inserirlo in razione, quindi non so che effetti potrebbe avere sulle capre”
Simone da parecchi anni effettua, in collaborazione con il veterinario, la fecondazione artificiale ad oggi quasi completamente usando semi di becco olandese, riuscendo così ad avere in azienda 6 linee diverse di sangue.
Parlando di svezzamento sia Roberto che Simone hanno una zona dedicata alla capretteria e crescita rimonte, portando i capretti allo svezzamento a circa 18kg grazie alla lupa e a fieno e mangime sempre a disposizione.
Simone cosa pensi per il futuro?
“Non penso a niente di speciale se non mungere lo stesso latte con meno animali. Ogni allevatore credo che dovrebbe puntare, soprattutto in un periodo come questo, a massimizzare la produzione efficentando al massimo la gestione aziendale per tenere sotto controllo tutti i costi. Se massimizzo la produzione significa che i miei animali stanno bene e questa è la cosa che più mi interessa”