Azienda Agricola Zanellato
Tra il fiume Piave e la città di Treviso, a Volpago del Montello (TV), si trova l’Azienda Agricola Zanellato. La famiglia Zanellato si occupa da anni di agricoltura e allevamento, ma solo nel 2014 ha deciso di inserire in azienda le capre da latte.
Franco insieme alla moglie Romina, al figlio e a un dipendente, si occupa di circa 250 capre Saanen in lattazione, 450 maiali in soccida, 40 ettari di prati e seminativi oltre a qualche ettaro a ciliegie.
Franco ci vuoi raccontare la tua storia?
“Siamo sempre stati allevatori di conigli ma con gli anni il mercato è cambiato, quindi nel 2014 dopo aver venduto l’ultima partita, abbiamo deciso di inserire il primo gruppo di 80 capre proveniente dall’allevamento Il Vallone di Mattia Crivelli in provincia di Varese. Per quanto riguarda la parte agricola abbiamo sempre mantenuto la coltivazione dei ciliegi, anche se l’anno scorso abbiamo deciso di estirparne circa la metà, perché ormai erano delle piante troppo vecchie; il nostro territorio è vocato per la produzione orto-frutticola ma i costi di gestione e di raccolta sono piuttosto alti, quindi abbiamo deciso di concentrarci e destinare tutte le nostre risorse all’allevamento della capra da latte!”.
In allevamento oggi sono presenti 250 capre in lattazione, di cui il 50% circa viene tenuto in lattazione lunga mentre la restante parte (i soggetti migliori), vengono fatti riprodurre ogni anno sia in monta naturale che tramite fecondazione artificiale. Franco ha sempre fecondato su calori naturali, usando sia seme francese che olandese; negli anni ha visto un cambiamento soprattutto nella morfologia mammaria, passando da animali con mammelle molto lunghe a mammelle sferiche con attacchi profondi e capezzoli dall’ottima conformazione e posizionamento. Le fecondazioni fatte ogni anno, ci dice Franco, hanno l’obiettivo di formare un parco becchi interessante e con linee di sangue differenti, da utilizzare poi in monta naturale in allevamento.
Un altro aspetto seguito con molta attenzione è la gestione delle nascite e il reparto capretteria, di cui Romina si prende cura con molta attenzione.
Romina “Non è retorica che le caprette sono il futuro dell’azienda, è vero! Appena nascono i capretti verifichiamo che respirino e che non abbiano problemi morfologici, disinfettiamo l’ombelico con la tintura di iodio, li identifichiamo con delle targhette appese al collo e poi passiamo alla parte della colostratura. Misuriamo con il rifrattometro la qualità del colostro, se otteniamo valori sopra ai 20 gradi Brix facciamo tettare il capretto sotto la mamma, se siamo sotto questo valore integriamo con il colostro artificiale. I capretti vengono lasciati 1-2 giorni con la mamma per completare al meglio la colostratura e poi spostati in capretteria dove abbiamo la lupa ma anche molti giochi e strutture che i nostri capretti amano molto! Abbiamo sempre usato un latte in polvere a base di latte, ci troviamo molto bene, gli accrescimenti sono soddisfacenti e riusciamo a raggiungere i pesi di svezzamento nei tempi corretti”.
Una volta svezzati i capretti vengono alimentati fino ai 10 mesi con una razione a base di fieno e mangime, che viene poi integrata e sostituita pian piano con la razione unifeed uguale a quella delle capre adulte. Ad oggi la razione delle capre in lattazione di compone di 1.7 kg di mais trinciato, 0.6 kg di farina di mais, 0.30 kg di farina di soia tostata, 1 kg di medica fasciata oltre a fieno di prato stabile fasciato e secco. In mungitura, anche per stimolare le capre a salire sul palchetto, vengono dati 80 g di mangime pellettato.
Franco nel corso degli anni hai cambiato molto la gestione alimentare, vero?
“Sì, sono partito con la somministrazione di vari fieni e mangime senza il carro miscelatore. Il lavoro era
molto lungo e mi costringeva ad andare molte volte in stalla, così sono passato a fare il carro a secco (solo fieno) con l’aggiunta di mais e soia. Dopo questa fase ho deciso di aggiungere i fasciati che avevo già in azienda e che mi hanno permesso di fornire una razione più umida, più legata e quindi più appetibile. L’ultima modifica che ho fatto è stata l’introduzione di trinciato di mais, sono contento perché riesco a sfruttare i miei terreni per autoprodurmi gli alimenti. Non so se anche l’anno prossimo inserirò il trinciato di mais, perché il costo per insilarlo in ballette è molto alto; devo riflettere un attimo su quale sia la decisione migliore da prendere”.
I 250 animali vengono munti su un palchetto da 24 poste, in un’ora mezza, per una produzione media di circa 3.5-3.7 l/capo/giorno. Da sempre la famiglia Zanellato aderisce ai controlli funzionali, perché lo ritiene l’unico sistema oggettivo per monitorare la mandria e per prendere delle decisioni sicure con dati alla mano.
Tutto il latte prodotto viene venduto al Caseificio Tomasoni di Breda di Piave (TV), anche se Romina è una casara molto competente, che sperimenta la caseificazione per autoconsumo su piccole quantità.
Romina per il futuro a che progetti state lavorando?
“A me sarebbe piaciuto moltissimo realizzare il caseificio aziendale, è un mio sogno, però ragionando con Franco abbiamo pensato all’investimento economico e al tempo che poi bisogna dedicare alla trasformazione e alla vendita, quindi abbiamo deciso (anche se a malincuore) di non seguire questa strada ma di costruire un nuovo capannone, per aumentare il numero di capre in mungitura. Adesso siamo ancora alla fase burocratica, ma spero che a breve si possa vedere tutto realizzato!”.
La giornata passata con la Famiglia Zanellato è stata bellissima, ricca di confronto, di dialogo, una giornata in amicizia e con un’accoglienza vera che ha reso il tutto indimenticabile!
Un grazie a Franco e Romina e alla loro bellissima famiglia!