Collare antilupo
Pietro Orlando, giovane ragazzo del 2000, abita a Bova Marina (RC). Amante di storia locale, di tradizioni, di musica e agricoltura, insieme a Domenico (compagno di scuola) ha ideato un COLLARE ANTILUPO, dapprima sviluppandolo nelle ore di alternanza scuola-lavoro e poi proseguendone la realizzazione a casa, costruendo un prototipo da testare sulle sue capre.
Pietro si è appassionato di animali all’età di 5 anni, quando ha iniziato ad accudire la sua prima capra vinta ad una fiera di paese. La passione è cresciuta negli anni e dal 2015 alleva 40 capre di razza Aspromontana, lasciate al pascolo semibrado durante tutto l’anno. Il problema del lupo, ci racconta, è comparso nel 2016 e da quel periodo Pietro ha iniziato a pensare che i semplici recinti non potevano essere l’unica soluzione per combattere questo predatore. Grazie alle nozioni di fisica apprese al liceo, capisce che gli ultrasuoni possono essere una soluzione non distruttiva al problema del lupo; così, acquistando un processorino e un pannellino solare, ha iniziato a costruire la sua invenzione. Grazie all’appoggio di Coldiretti Calabria, è arrivato a Roma per partecipare alla finale degli Oscar Green. Pur non vincendo, la sua idea ha riscontrato molto interesse perché permette di salvaguardare un’animale selvatico come il lupo, di valorizzare l’allevamento delle capre e quindi di preservare l’intero ecosistema. In futuro Pietro vorrebbe continuare a lavorare su questo progetto per migliorarlo, renderlo accessibile a tutti i pastori e capire se gli ultrasuoni a lungo andare hanno effetti sull’ambiente e sulla fauna selvatica. Per fare tutto questo, non basta solo una grande volontà, ma ci tiene a far presente che avrebbe anche bisogno dell’appoggio di qualche Università o privato che lo aiuti a portare avanti questa sua geniale intuizione. Ringraziamo Pietro per la sua disponibilità, per la passione e l’amore che ha verso la sua terra, ricca di tradizioni, cultura e lo incoraggiamo a seguire la sua strada nonostante tutte le difficoltà.
Bravo Pietro!